La Storia


La Cascina Sant'Ambrogio alla Cavriana è costituita da un gruppo di edifici e terreni di particolare interesse storico, culturale, agricolo e sociale, in cui spicca la presenza di un’abside.

Le prime informazioni attribuiscono l’insediamento alle monache del Monastero di Santa Radegonda, qui fuggite nel 1162 dc dopo le distruzioni in città e la dispersione dei milanesi ad opera del Barbarossa. Questo monastero Benedettino era tra i primi cenobi femminili di Milano, privilegi ed acquisizioni lo avevano portato ad occupare un'area estesa a nord di S. Maria Maggiore (poi Duomo) nel XIII secolo. Il monastero era ricco ed importante per la custodia di reliquie legate al culto della Croce.

Nel sito fu poi costruita una chiesa, come evidente dall’abside, tanto che la Cascina si rivela un riutilizzo ad uso agricolo delle strutture ecclesiali, avvenuto nel XVIII sec. Gli stilemi dell’abside avvalorano la datazione al periodo romanico. 
La stessa chiesa è attestata nelle mappe della pieve di Segrate, descritta durante le visite pastorali di Carlo Borromeo nel 1566, e nella pianta del Claricio, il quale rileva nel 1583 le campagne al di fuori di Milano.

Nell’800 la Cascina è di proprietà dello Sciur Castelli che la dona ad un Istituto di Carità il quale, successivamente, la concede al demanio. Oggi la proprietà è del Comune di Milano.


Da questo momento la Cascina viene destinata integralmente ad uso abitativo ed agricolo: nel 1935 vivono stabilmente, al suo interno, 12 nuclei famigliari per un totale di circa 50 persone e, proprio in questo periodo, il pavimento dell’abside viene scavato ed adibito a ghiacciaia per la conserva degli alimenti!

Nel ‘900 la vita in Cascina è scandita dai lavori agricoli sui terreni circostanti, i cavalli aiutavano ad arare e le vacche fornivano alimenti per  vendita e consumo diretto.

Franco, oggi trasferitosi in città, ci racconta che ogni mattina andava all’ortomercato per vendere i prodotti di Cascina Sant’Ambrogio e rifornire alcuni ristoranti: ancora oggi ricordano i suoi fiori di zucca! Anche Mario Gorlini, che vive tuttora in Cascina, ci narra di come un tempo si viveva e si lavorava qui, di quando Lambrate faceva comune e di come le bombe hanno fatto tremare i muri mentre distruggevano la Cascina affianco.

Mai abbandonata, agli inizi del 2000 le attività agricole si erano interrotte e la Cascina iniziava a soffrire la mancanza di energia nuova così, nel maggio 2012, un gruppo di 10 giovani milanesi (tra cui il nipote di Mario Gorlini) iniziano a ripulire ed aprire al pubblico gli spazi cascinali.

Inizialmente ospiti della famiglia Gorlini - che fin da subito sostiene il progetto – il gruppo si costituisce come “Associazione di Promozione Sociale CasciNet” il 30 novembre 2012 e inizia concretamente a disegnare il futuro del luogo: per più di un anno il progetto cresce grazie a immense energie volontarie e al desiderio di costruire per Milano un punto di incontro con profonde radici storiche.

Il lavoro e il sogno del gruppo fondatore si concretizza in un documento di Manifestazione di Interesse, espressa verso il Comune di Milano, che il 4 Luglio 2014 darà una concessione triennale; il progetto continua poi a svilupparsi e, per seguire maggiormente le sue radici agricole, costituisce una “Società Agricola Impresa Sociale srl” che il 19 Febbraio 2016 firma un contratto di concessione trentennale: inizia un lungo viaggio per uno sguardo curioso verso il futuro!

DAL PRIMO MANIFESTO DI CASCINET

 

"CasciNet è un'associazione attiva che non ha finalità di lucro, costituita da persone che condividono un sogno: far ritornare la Cascina Sant'Ambrogio un importante luogo di agricoltura ed economia cittadina accessibile. Un posto considerato, nell'era della nanza liquida, povero e obsoleto a causa della trasformazione della società. Tale povertà è solo un errore di prospettiva. La Cascina è un luogo ricchissimo di cultura, memoria e pratiche che vanno ripensate integrandole con le esigenze della nostra contemporaneità.
La nostra personale sfida è dimostrarlo.

Oltre ad essere mossi da una visione, siamo motivati anche da un bisogno: tornare a decidere riguardo la nostra città. Non limitarci ad essere consumatori ed elettori, ma produttori e cittadini attivi in grado di trasformare concretamente una porzione di realtà. Tale percorso non nasce dal nulla, ma da una graduale emersione della domanda collettiva che, con sempre più insistenza, chiede modelli di vita sostenibili e alternativi, oltre che spazi adeguati per realizzarli.

CasciNet analizza bisogni, problematiche, punti di forza e di debolezza della realtà che incontra e agisce in modo inclusivo, attraverso l'agricoltura, l'arte, la cucina e l'ospitalità per realizzare un modello di vita economico/sociale sostenibile."
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Gennaio 2013